mercoledì 23 giugno 2010

Io, Noi, NON DIMENTICHIAMO

Questa è la lettera che ho inviato a La Stampa, in risposta ad un vergognoso intervento del portavoce dell'ambasciata della nazione che occupa indisturbata metà Cipro da più di trent'anni.

A: LETTERE@LASTAMPA.IT
Oggetto: SGOMENTO si,ma di noi altri.
Gentili Signori.
Mi è capitato di leggere la risposta del consigliere stampa dell'AMBASCIATA TURCA, Signor Suha Bacanakgil, all'articolo di Giuseppe Zaccaria relativo alle chiese ortodosse di Cipro OCCUPATA.
Il consigliere esprime sgomento per quello che il signor Zaccaria ha scritto..
Pazienza. Si sa che i turchi non sopportano alcuna dialettica, non gradiscono il parere contrario anche se viene espresso da persone del calibro del giornalista de LA STAMPA, e non amano essere contraddetti.Tutte queste virtù fanno parte del loro DNA modificato oltretutto dai vizi concessi loro dai loro amici potenti. Allora c'era la scusa dell'URSS ed oggi del terrorismo.Terrorismo sempre degli altri e mai il loro.
Ma la risposta del consigliere lascia sgomenti noi, le persone normali che dovrebbero anche votare sull'ingresso della Turchia nella U.E.
Parla senza vergogna e con una ignoranza da lasciare sgomenti e spaventati, di "REPUBBLICA TURCA DI CIPRO DEL NORD."
Pensate: il consigliere di un' ambasciata, un diplomatico, IGNORA CHE QUESTO STATO NON ESISTE.
ESISTE UNA PARTE DELLA REPUBBLICA DI CIPRO, STATO MEMBRO DELLA U.E. e da Gennaio 2008 anche dell'area EURO, OCCUPATA MILITARMENTE DAL 1974 dalle stesse truppe che oggi sono ancora sull'isola come colonizzatori spostando popolazioni dall'Anatolia per alterare il rapporto numerico con la popolazione indigena.
MA L'EUROPA HA SENTENZIATO.
CIPRO NE FA PARTE E SI DEVONO RASSEGNARE.
IL SIGNOR CONSIGLIERE PARLA SENZA PUDORE DI OPERAZIONE DI PACE. MA QUANTO DURA? PERCHE' NON SE NE VANNO IN PACE?
I GRECO-CIPRIOTI HANNO BOCCIATO IL PIANO ANNAN PERCHE' NON CONTEMPLAVA IL RITIRO DELLE TRUPPE DI OCCUPAZIONE. SI PREGA DI INFORMARSI PRIMA DI PARLARE.
SE SONO VENUTI IN PACE, CI DICANO: DOVE SONO 3.000 GRECO-CIPRIOTI RAPITI E FATTI SPARIRE?
Come si fa ad inserire in Europa persone arroganti sopraffatotri e guerrafondai? Persone che negano il genocidio degli Armeni e vogliono sterminare i Curdi con un' altra operazione di pace? Il consigliere sa almeno come si chiamava "ISTANBUL" QUALCHE SECOLO FA?
E' STATA UN'OPERAZIONE DI PACE A CANCELLARE UNO STATO CRISTIANO CON CAPITALE COSTANTINOPOLI E A PERMETTERE AGLI OTTOMANI DI DIRSI OGGI "EUROPEI".
Gli europei, Signor consigliere, leggono, si informano, sanno e scelgono. Hanno scelto la democrazia e la libertà, valori che il Suo Paese deve ancora conquistare ma che ho paura che con i generali che vi ritrovate ciò non sarà possibile.
Terminando, volevo ringraziare il GIORNALISTA Giuseppe Zaccaria, esprimergli la mia gratitudine per il suo coraggio e la mia ammirazione per la sua ONESTA', COMPETENZA E LUCIDITA'.
Sono orgoglioso di essere lettore di un giornale fra le cui pagine scrive una persona come LEI.
GRAZIE,GRAZIE,GRAZIE.
Panos Vlachos.
NB. Se per la pubblicazione del mio intervento sono necessari i miei dati personali, li comunicherò senza esitazione via mail..

giovedì 4 marzo 2010

Oggi sono statunitense anch'io


Oggi sono contento e mi sento pure sollevato perchè una notizia arrivata dagli States, ha scaldato i nostri cuori.
Il Senato degli Stati Uniti, ha riconosciuto il genocidio degli Armeni ad opera dei Turchi.
Non che ci fosse bisogno del loro riconoscimento ma siccome l'opinione pubblica viene a conoscenza di certi avvenimenti, soltanto se trattati da istituzioni e mezzi d'informazione dei paesi che "CONTANO" , ben vengano tali riconoscimenti.
Anche perchè l'asse Israele-Turchia-USA, vero asse di ferro, ha sempre dominato e indirizzato l'opinione pubblica mondiale a proprio piacimento.
Quello che è successo agli Armeni e non soltanto a loro ma ai Greci del Pontos, ai Curdi ecc... ecc.. non viene ricordato, viene taciuto o negato.
Mentre per i Tribunali contro i Crimini di Guerra, il genocidio era quello dei Serbi ai danni dei musulmani della Bosnia, lo sterminio storicamente documentato degli Armeni, dei Greci e dei Curdi, era una semplice strage.
Come quella degli Indiani d'America.
Per l'opinione pubblica mondiale l'unico genocidio conosciuto è l'Olocausto.
Anche se non aggiungiamo di chi, tutti sanno chi era il popolo che lo subì.
Invece per i crimini dei Turchi degli Israeliani e degli Statunitensi silenzio ed ignoranza.
Ecco allora che stasera metto da parte la mia faziosità, il mio spirito polemico e quant'altro, e mi dichiaro grato ai Senatori USA che hanno avuto e dimostrato l'onestà intellettuale di rendere finalmente giustizia alla Storia.
A titolo d'informazione, ecco di cosa si è trattato:
Fonte Wikipedia.

"Questa è la lista dei paesi che ad oggi hanno ufficialmente riconosciuto il genocidio:

Argentina
Armenia
Belgio
Canada
Cile
Cipro
Francia
Grecia
Italia
Lituania
Libano
Paesi Bassi
Polonia
Russia
Slovacchia
Svizzera
Uruguay
Vaticano
Venezuela



Nel periodo precedente la prima guerra mondiale all'impero ottomano era succeduto il governo dei «Giovani Turchi». Costoro temevano che gli armeni potessero allearsi coi russi, di cui erano nemici. Il 1909 registrò un eccidio di almeno 30.000 persone nella regione della Cilicia. Successivamente nel 1915 alcuni battaglioni armeni dell'esercito russo cominciarono a reclutare fra le loro fila armeni che in precedenza avevano militato nell'esercito ottomano. Intanto l'esercito francese finanziava e armava a sua volta gli armeni, incitandoli alla rivolta contro il nascente potere repubblicano. Nella notte tra il 23 e il 24 aprile 1915 vennero eseguiti i primi arresti tra l'Elite armena di Costantinopoli. L'operazione proseguì l'indomani e nei giorni seguenti. In un mese più di mille intellettuali armeni, tra cui giornalisti, scrittori, poeti e perfino delegati al Parlamento furono deportati verso l'interno dell'Anatolia e massacrati per strada.
Arresti e deportazioni furono compiute in massima parte dai «Giovani Turchi». Nelle marce della morte, che coinvolsero 1.200.000 persone, centinaia di migliaia morirono di fame, malattia o sfinimento. Altre centinaia di migliaia furono massacrate dalla milizia curda e dall'esercito turco. Le fotografie di Armin T. Wegener sono la testimonianza di quei fatti.

Malgrado le controversie storico-politiche di cui daremo conto anche nella sezione che segue, un ampio ventaglio di analisti concorda nel qualificare questo accadimento come il primo genocidio moderno, e soprattutto molte fonti occidentali enfatizzano l'aspetto di "scientifica" programmazione delle uccisioni.



Il genocidio dei Greci di Pontos
Gli antichi greci fondarono colonie sulle coste del Mar Nero sin dai tempi più remoti. Durante il Medioevo, i greci del Ponto furono sottoposti al dominio dell'impero bizantino, per poi subire l'invasione dei turchi ottomani Con la dominazione ottomana, i pontici rimasero isolati dal resto del mondo greco, sviluppando così una cultura e una lingua proprie (tant'è che oggi il greco pontico non è più mutualmente comprensibile con il greco parlato in Grecia). Come altre minoranze cristiane dell'Asia minore, quali armeni e assiri, i greci del Ponto subirono dure persecuzioni ad opera degli ottomani prima e dei nazionalisti turchi poi, tant'è che alcuni storici parlano di un vero e proprio "genocidio dei greci del Ponto", verificatosi all'inizio del XX secolo.

sabato 20 febbraio 2010

SPIE & SPIE.Storie vere per palati fini.

Mossad, giallo da Dubai a Dublino.
In tutta Europa e Medio Oriente
caccia ai killer anti-Hamas.


Vi racconterò tre storie.
Due sono vere e realmente accadute mentre la terza è frutto della fantasia(neanche tanto fantasia poi)di un maestro di romanzi di spionaggio, ed ex spia a suo tempo.
La prima storia è relativa ad una vicenda romanzesca ma assolutamente successa e raccontata persino in un libro da uno dei suoi protagonisti. Infatti,nell'autunno del 1981, il giornalista George Jonas incontra l'ex agente Avner, e lo convince a raccontare la sua storia in un libro intitolato "La Vendetta."

Faccio un riassunto dei fatti per capire il perchè del titolo.
Il 5 settembre 1972, un commando palestinese di Settembre Nero fa irruzione nel villaggio olimpico di Monaco e sequestra alcuni atleti israeliani. L'azione si concluderà con un bagno di sangue: moriranno undici atleti, sette terroristi e un poliziotto tedesco. Subito il Mossad organizza una rappresaglia: undici persone legate al terrorismo palestinese e ai fatti di Monaco dovranno morire. Un agente e altri quattro uomini vengono incaricati della missione. Il risultato sarà una lunga scia di sangue.
La seconda storia è la seguente.
Nel 1983, John Le Carré, pubblica un romanzo dal titolo "La Tamburina".Il romanzo si ispira ai fatti sopra descritti e racconta una storia intrigante, piena di realismo e magia spionistica.

Ecco anche quì un riassunto della storia.
Charlie è un'attrice, un po' frustrata, ma amante della vita e del suo lavoro, per il quale è molto apprezzata. Non nasconde le sue simpatie per la causa palestinese e, ad una riunione politica, appare affascinata da un uomo misterioso e incappucciato, che ne illustra con forza le rivendicazioni. Qualcuno di altri ambienti ha notato Charlie: le viene proposto di andare con una troupe in un Paese del Medio Oriente, per girarvi uno "short" pubblicitario. Ma non è che un espediente: è il servizio di controspionaggio israeliano che ingaggia Charlie e comincia ad addestrarla, con il preciso scopo di farla lavorare tra i palestinesi. Comincia così per la donna un faticoso lavoro di indottrinamento, di acquisizione di dati e notizie e di addestramento. Essa conosce Joseph (che è palestinese di nascita, ma lavora per il servizio), incontra personaggi vari (ma mai lo sconosciuto della famosa riunione), è al corrente di attentati, ricatti e torture, per essere alla fine trasferita in Libano, dove stabilisce contatti con l'altra parte. E anche là si rende conto di torture e lotte analoghe e di un altro estremismo. Obiettivo principale da centrare è, per gli israeliani, l'inafferrabile Khalil, un capo prestigioso. Charlie riesce a contattarlo e ne diviene l'amante: nell'attacco finale, da parte degli agenti israeliani, alla villa in cui i due si trovano e mentre Khalil scopre che la donna è un agente nemico, l'uomo viene ucciso.

Oggi,un'altra storia vera, una nuova "Vendetta".

La spietatezza dei servizi segreti è nota.
Ma quella dimostrata dal Mossad è veramente straordinaria.
Capacità, abilità, mezzi e motivazioni certo non mancano agli agenti israeliani.
Ma ogni volta ci stupiscono con le loro imprese.
Non hanno pari e non ho mai letto di imprese di altri servizi segreti anche quelli più qualificati, compiere azioni sul suolo nemico, ottenendo i risultati attesi.
Dunque, ecco cosa è successo in pieno 21° secolo,raccontato molto bene da una bravissima giornalista de La Stampa che riporto volentieri perchè mi ha affascinato essendo oltretutto io fan di John Le Carrè.
FRANCESCA PACI
LONDRA
E' il 20 gennaio, mercoledì. Il fisioterapista trentasettenne Stephen Daniel Hodes gioca con i due figli nell'appartamento di Ramat Beit Shemesh, vicino a Gerusalemme, dove vive dal 2000, quando ha lasciato Londra per l'aliyah, il ritorno.

La vittima, Mahmoud al-Mabhouh, all'arrivo in albergo a Dubai

Nelle stesse ore un altro Stephen Daniel Hodes si registra con il suo passaporto al Bustan Rotana Hotel di Dubai per uccidere il comandante di Hamas Mahmoud al-Mabhouh e dissolversi nel nulla. Sembra l'inizio sincopato d'un film di spionaggio ma è la fine della liaison diplomatica tra Israele e Gran Bretagna, novelli partner nella guerra globale al terrorismo. Mentre la polizia dell'emirato arabo accusa «al 99%» il Mossad dell'eliminazione di al-Mabhouh, il Foreign Office chiede spiegazioni all'ambasciatore israeliano Ron Prosor: come mai 6 degli 11 membri del commando incaricato di eliminare il leader di Hamas (che diventano 18 considerando i presunti fiancheggiatori) avevano documenti britannici? Da Berlino a Parigi, altre capitali decidono passi analoghi, interrogandosi su come siano finiti in mano ai killer passaporti dei loro paesi.

Per orientarsi nel labirinto delle domande bisogna fare qualche passo indietro. Mahmoud al-Mabhouh nasce nel 1960 in un campo profughi a Gaza. Meccanico di mestiere e bodybuilder per passione, si arruola presto tra le fila delle Brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas, e nel 1989, dopo la prova del fuoco nella prima Intifada, partecipa all'assassinio di due militari israeliani. Da quel momento svanisce. Lo ritroviamo a Beirut, dove scampa a un tentativo di avvelenamento, in Siria, sopravvissuto a un'autobomba, eminenza grigia in continuo movimento tra le capitali arabe da cui manovra il traffico di denaro e munizioni. Sostengono gli 007 di Tel Aviv che sia stato lui il tramite dei missili iraniani a lungo raggio forniti ai palestinesi. L'ultima apparizione il mese scorso a Dubai per incontrare un misterioso contrabbandiere d'armi di Teheran. L'esca. Sei ore dopo essere atterrato nell'emirato, al-Mabhouh giace senza vita nella lussuosa stanza al secondo piano del Bustan Rotana Hotel.

Cosa è successo nel frattempo? Sulla dinamica la polizia di Dubai non ha più dubbi. Dal momento del suo arrivo il comandante di Hamas ha alle costole 16 uomini e 2 donne dotati di cellulari con simcard austriaca e passaporti «non falsi», ladri d'identità speculari alle loro vittime ad eccezione della firma e della foto. Tre risultano irlandesi, uno tedesco, uno francese, sei hanno cittadinanza britannica e israeliana. Sarebbe questo elemento a suggerire la responsabilità del Mossad, già coinvolto in passato in omicidi mirati all'estero sotto copertura di documenti stranieri, anche se esperti d'intelligence come Ephraim Kam e Rafi Eitan invitano a leggere in profondità: «Il Mossad non avrebbe interesse a utilizzare nomi di cittadini israeliani».

Il capo dei servizi israeliani rischia il posto, la polizia di Dubai ne vuole l'arresto, ma il giallo è ben lungi dall'epilogo. Anche perché, nel frattempo, i fratelli coltelli di Hamas e Fatah, mai riconciliati dalla guerra civile del 2007, continuano ad accusarsi a vicenda d'intelligence con il nemico. A chi fanno capo i tre palestinesi complici del commando, gli unici nelle mani della polizia? Gli investigatori di Dubai stanno interrogando Ahmad Hasnain e Anwar Shekhaiber, ex funzionari dell'entourage del presidente Abu Mazen reinventatisi businessman negli Emirati che tra il 18 e il 19 gennaio avrebbero incontrato alcuni degli assassini prima di svignarsela in Giordania. «Ecco la prova del coinvolgimento di Fatah», tuona da Gaza Hamas. Che dire però di Nehru Massud, il fedelissimo del numero uno di Hamas Khaled Meshal sotto torchio a Damasco perché sospettato d'aver aiutato gli israeliani a mettere a punto il colpo? Meshal nega, ma secondo il quotidiano kuwaitiano al Siyasah, che cita «una fonte bene informata», sarebbe Massud l'uomo visto in compagnia di al-Mabhouh, senza guardie del corpo, la mattina del 20 gennaio.

Quel giorno alle 8,24 Mahmoud al-Mabhouh torna al Bustan Rotana Hotel. Al desk intorno a lui le telecamere riprendono una donna con pantaloni bianchi e un cappello da mare a righe. C'è anche un tipo in panama. Al secondo piano stanno in agguato in quattro, berretti da baseball, t-shirt, il team esecutivo. Il tempo che il leader di Hamas entri in camera e gli sono addosso, uccidendolo con scariche elettriche. Poi gli assassini prendono l'ascensore e tornano sui loro passi. Dopo venti minuti lascia l'albergo l'ultimo membro del commando, l'irlandese Gail Folliard, occhiali da sole e parrucca nera. Fine della storia, per ora. Le Carrè non avrebbe potuto immaginare di meglio.

domenica 7 febbraio 2010

Sette Savi. Una lezione di vita

Vi racconto una storia vecchia di molti secoli ma che potrebbe essere benissimo collegata con l'attuale realtà politico-sociale.
Non voglio dire con questo che dobbiamo tornare indietro.
Voglio dire però che dobbiamo imparare da chi ha cercato di indicarci come diventare migliori, attraverso una scienza ed una disciplina la Filosofia, che secondo me rappresenta la madre di tutte le scienze.
Già l'etimologia della parola filosofia è tutta una poesia.
Filos = amico
Sofia = sapienza.

Esistevano nell'antica Grecia sia i filosofi che i cosidetti savi.
Con l'ausilio di Wikipedia, cercherò per i miei lettori di sintetizzare e trarre dai loro insegnamenti, almeno un'indicazione che si possa considerare valida persino oggi.

Si indicano come i sette savi o i sette sapienti (in greco: οἱ ἑπτά σοφοί, hoi hepta sophoi) alcune personalità pubbliche dell'antica Grecia vissute in un periodo compreso tra la fine del VII ed il VI secolo a.C. (tra circa il 620 a.C. ed il 550 a.C.), esaltate dai posteri come modelli di saggezza pratica ed autori di massime poste a fondamento della comune sensibilità culturale greca.
Nonostante siano in genere indicati tra i primordi della coscienza speculativa greca e compaia tra di essi colui che è solitamente considerato come il primo filosofo, Talete di Mileto, non tutti sono da considerarsi pienamente filosofi, poiché il loro interesse è principalmente rivolto alla condotta pratica e non alla speculazione.
Platone, che fu il primo ad enumerare i sette savi (nel Protagora – 343a), li elenca così:
«Di questi vi era Talete di Mileto, Pittaco di Mitilene, Biante di Priene, il nostro Solone, Cleobulo di Lindo, Misone di Chene e per settimo si diceva ci fosse anche Chilone spartano»
Oltre all’attività politica presso le loro città-stato, a contribuire alla fama dei Sette Savi fu il patrimonio di sentenze e massime - vale a dire di osservazioni e consigli - a loro attribuite, che in seguito furono spesso citate nelle orazioni degli antichi.
Del pensiero dei sette sapienti non ci è giunta d'altra parte alcuna opera organica, anche se è possibile identificare tratti comuni tra le singole sentenze, che si caratterizzano per la loro lapidaria laconicità e cioè brevità nelle parole ma profondità immensa nel significato. Già Platone lodava tali brevi motti, detti massime gnomiche o sapienziali (dal greco γνώμη gnōme, sentenza sapienziale), come il frutto più pregiato delle riflessioni degli antichi Savi.
Il primo campo ad essere esplorato dalle massime dei sapienti greci fu, com'è ovvio, il campo politico e l'essenza dello Stato o, meglio, della polis come comunità ideale.
Plutarco ci espone nella sua opera Il convito dei sette Savi (in greco: Συμποσιακά τῶν ἑπτά σοφών - Symposiaka tōn hepta sophōn), a sua volta una parte dei Moralia, alcune massime dei Sette in merito.

Alla richiesta su quale fosse lo Stato migliore questa fu la risposta:

Solone: "Lo Stato nel quale coloro che non hanno ricevuto alcun torto perseguono e puniscono i colpevoli, non meno di quelli che hanno ricevuto ingiustizia."

Biante: "Quello dove la legge è temuta da tutti come se fosse un tiranno."

Talete: "Quello che non ha né troppi poveri né troppi ricchi."

Anacarsi: "Quello in cui ognuno considera ogni cosa e giudica nel contempo il vantaggio secondo la misura dell'onesto e lo svantaggio secondo quella del disonesto."

Cleobulo: "Quello dove i cittadini temono un rimprovero più delle guardie."

Pittaco: "Quello dove non sia possibile che i disonesti governino e gli onesti non
governino."

Chilone: "Quello dove si ascoltano le leggi e non gli oratori."

Spero solo che ciò che ho pubblicato faccia da stimolo nel voler studiare il pensiero di questi nostri antichi padri.
Penso anche che per fare questo non bisogna andare all'Università ma, grazie alla rete, si potrà trovare quel poco di tempo necessario per nutrire la nostra mente e curare la nostra anima.
Grazie

giovedì 14 gennaio 2010

Caro Ministro, Lei si sbaglia

Leggo sul "Sole 24 ore " del 14 Gennaio 2010:
«Ho l'impressione che la realtà non sia completamente catturata dalle statistiche sul Prodotto interno lordo». Così il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, intervenendo a un convegno dell'Aspen organizzato nella Capitale. E se è vero che «le statistiche si fanno sul Pil», è anche vero che il mondo é cambiato secondo criteri di calcolo diversi. «Se fossero calcolati e acquisiti - ha detto Tremonti -come rilevanti dati come la bellezza, l'ambiente, la storia, il clima, l'Italia avrebbe un'imbarazzante prima posizione, seguita a molte distanze da altre lande».

Caro ministro, lei si sbaglia.
Se il Suo ragionamento fosse giusto, allora mi permetta di correggerLa.
Applicando i parametri che Lei suggerisce di considerare per la determinazione del PIL, al primo posto non risulterebbe l'Italia ma la GRECIA.
La bellezza greca è un dato accertato e riconosciuto universalmente.
L'ambiente delle isole greche non ha eguali.
La storia! Beh, signor ministro la Storia con la S maiuscola, lo sanno tutti a quale paese appartiene.
Ed infine, Lei indica il clima.
Su questo parametro lascio il commento ai turisti che visitano i due paesi.
Spero di averLa convinta ad ammettere il suo errore. Anzi per convincerLa del tutto, La invito a passare le vacanze ospite mio nella mia regione d'origine.

La Laconia.