domenica 29 giugno 2008

Italo-Greco ovvero Insieme si può

Fedele alla "mission" del mio blog, ecco due notizie che si riferiscono ad avvenimenti di interesse comune tra Italia e Grecia e che rafforzano la reciproca conoscenza.
La prima notiziona è la seguente che ho cercato di renderla comprensibile ai più facendo un collage tra l'Agenzia ANSA e La STAMPA.Il video invece è tratto da SKY NEWS 24.

(ANSA) - CITTA' DEL VATICANO, 29 GIU - Gesti ecumenici durante la messa in San Pietro per la festa dei santi Pietro e Paolo, presente Bartolomeo di Costantinopoli.
Bartolomeo, primo in onore tra i patriarchi ortodossi, ha recitato con il Papa il 'Credo' niceno, che non contiene il 'filioque', fonte di dispute teologiche su Cristo. Il Papa ha parlato, nell'omelia, dell'unita' dei fratelli in Cristo. Anche Bartolomeo ha tenuto un'omelia, ricordando il dialogo tra le due Chiese, malgrado le difficolta' tra le due Chiese


Ecco invece il bellissimo articolo di Enzo Bianchi da "La Stampa"
Oggi la liturgia comune che non è ancora comunione
ENZO BIANCHI
"Ancora una volta si rinnova oggi a Roma un gesto divenuto ormai «tradizionale», anche se inaugurato solo una quarantina d’anni fa: in occasione della festa dei santi Pietro e Paolo, una delegazione del patriarcato ecumenico di Costantinopoli, guidata quest’anno dallo stesso patriarca Bartolomeo I, presenzierà all’eucaristia celebrata in San Pietro da papa Benedetto XVI. Analogamente, per la corrispondente festa di sant’Andrea il 30 novembre, una delegazione vaticana è sempre presente alle celebrazioni in onore dell’apostolo «primo chiamato», Andrea, fratello di Pietro e primo vescovo di Costantinopoli. E più di una volta è accaduto, come quest’anno appunto, che la delegazione ortodossa a Roma fosse presieduta dal primus inter pares, il patriarca di Costantinopoli, e quella vaticana a Istanbul dal papa stesso. Ma che significato ha questo evento, frutto di una stagione nuova nei rapporti tra chiesa cattolica e chiesa ortodossa avviata dal concilio e dai primi incontri tra papa Paolo VI e il patriarca ecumenico Athenagoras I?

È un evento che in un certo senso simboleggia efficacemente l’attuale situazione dei rapporti tra la chiesa cattolica e le chiese ortodosse e, più in generale, il cammino verso l’unità dei cristiani. Nella celebrazione in San Pietro il gesto che è «fonte e culmine» della vita cristiana - la comunione eucaristica nella condivisione dell’unico pane e dell’unico calice eucaristici - purtroppo non potrà ancora essere compiuto perché la fine delle reciproche scomuniche sancita alla chiusura del Vaticano II non è tuttora approdata a una piena comunione: e questo impedimento rimane fonte di sofferenza, controtestimonianza rispetto alla preghiera di Gesù stesso alla vigilia della sua passione «che tutti siano una cosa sola», e anche scandalo di fronte a quanti non nutrono la fede cristiana. Ma, all’interno della liturgia eucaristica, Benedetto XVI e Bartolomeo I compiranno insieme alcuni gesti da sottolineare: terranno l’omelia, reciteranno insieme il Credo e insieme impartiranno la benedizione. Riti che riguardano solo i cristiani? Non credo.

Innanzitutto, il papa e il patriarca ecumenico testimoniano di poter condividere una parola che annuncia il vangelo, la buona notizia, a tutti gli uomini. Predicare significa infatti questo: tradurre nell’oggi l’annuncio di Gesù Cristo, far risuonare per una comunità precisa in un momento storico preciso la parola di Dio che rimane in eterno, dare voce a quel Gesù che «è lo stesso ieri, oggi e sempre» ma che è ascoltato, compreso, seguito in modo sempre nuovo e unico da ciascun discepolo nel corso della storia. Poter avere una parola comune da annunciare non solo ai fedeli della propria chiesa ma anche a chi della chiesa non fa parte significa testimoniare che il messaggio evangelico è ancora oggi parola di vita offerta a quanti accettano di ascoltarla e di accoglierla come fonte che alimenta il proprio pensare e il proprio agire, significa che è ancora possibile dire all’uomo una parola sull’uomo che lo aiuti a ritrovare e a custodire la propria dignità, significa affermare che la vita di ciascuno può avere un senso e vale la pena viverla in pienezza e in libertà.

Anche proclamare insieme, cattolici e ortodossi, il Credo non è evento che si esaurisce all’interno delle due confessioni cristiane, perché la fede professata proclama la vittoria della vita sulla morte, parla di una speranza di salvezza per tutti, narra della grandezza di ogni essere umano che si riconosce nell’uomo Gesù di Nazaret, in quell’uomo secondo il disegno di Dio: è un invito a riscoprire le enormi potenzialità di amore e di comunione che ogni essere umano possiede. I cristiani professano sì la loro fede, la proclamano in un’assemblea liturgica riservata ai battezzati, ma quanto è affermato in quelle formule di duemila anni fa apre un cammino di speranza per tutti.

E, infine, papa Benedetto XVI e il patriarca Bartolomeo I impartiranno insieme la benedizione apostolica, cioè «diranno bene» dell’uomo da parte di Dio, affermeranno che il Signore ha posto il suo compiacimento in quella creatura capace di grandezze e di miserie, testimonieranno che chi opera per la giustizia e la pace rivela qualcosa dell’agire di Dio nella storia. Sì, nelle liturgie cristiane ci troviamo nel punto più avanzato della frontiera tra quanto è proprio solo dei battezzati e il tesoro prezioso posto in vasi di argilla e offerto a beneficio di tutti, credenti e non credenti. Lì è la soglia tra una dimensione di «arcano» da custodire e un’offerta di umanizzazione da donare a quanti hanno orecchie e cuore per ascoltare: è questa dimensione antropologica e sociale dell’annuncio cristiano che dovrebbe far percepire come la libertà di culto non può essere rinchiusa nel ristretto ambito del privato ma deve poter assumere una espressione anche comunitaria e pubblica. Poi, possiamo anche disinteressarci di quanto avviene all’interno delle quattro mura di una basilica, oppure possiamo ridurlo a uno dei tanti eventi mediatici più o meno affascinanti, ma non possiamo ignorare che da lì sgorga un messaggio di speranza per tutti, un’energia che rende più umana e vivibile la nostra terra."


L'altra notiziona che mi è stata segnalata da mia figlia Eleni,professoressa di Italiano in Francia,è tratta da un articolo de "La Repubblica",il seguente:

"Palazzo Madama ha approvato all'unanimità la mozione promossa da De Castro che chiede al governo di presentare il dossier di candidatura all'Unesco.
Il Senato: "La dieta mediterranea diventi patrimonio dell'umanità".Iniziativa congiunta di Italia, Spagna, Grecia e Marocco
all'insegna di "un'identità alimentare e culturale comune"
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sabato 21 giugno 2008

A proposito di Giochi e di Sport

Alla pagina 161 del TeleVideo RAI del 21/06/2008 è riportata la seguente notizia.

"NON SOLO OLIMPIADI, TORNANO GIOCHI NEMEI"

"Rimessi in auge nell'era moderna dal barone De Coubertin, i giochi olimpici sono certo i più famosi ma non i soli. Gli sportivissimi greci antichi si sfidavano infatti in 4 competizioni panelleniche: a Olimpia, a Delfo, sull'istmo di Corinto e a Nemea. E' qui, nella città resa famosa dalla vittoria di Eracle sul leone, che un archeologo americano ha pensato di rinverdire i fasti dei giochi antichi, in uno stadio appena restaurato. Quaranta i Paesi presenti alla quarta edizione; fulcro della gara i 100 metri "liberi" e una corsa di 8 chilometri."


Per completare l'informazione su questo avvenimento che fa onore a chi l'ha ideato, a chi l'ha organizzato e a chi partecipa a qualunque titolo,aggiungo ulteriori notizie tratte dai giornali greci.

Gli atleti che prenderanno parte alle gare,correranno a piedi nudi,vestiti con una tunica bianca e gareggieranno per vincere una corona di sedano selvatico.
Le gare comprendono :corsa di 90 metri all'interno dell'antico stadio e una corsa di 7,5 Km.("sui Passi di Ercole"), dallo spogliatoio fino al tempio di Ercole sito nell'Antica Città di Cleonae.

Cenni Storici.

A Nemea Eracle vi compí una delle sue 12 fatiche uccidendo il leone nemeo, con la pelle del quale si vestì. Il suo nome è legato alla celebrazione dei Giochi Nemei. A cadenza biennale, tra giugno e luglio, si svolgevano a Nemea i giochi nemei o Nemee, celebrati in onore di Zeus Nemeo o dell'eroe locole Ofelte Archemoros. I giochi storicamente ebbero inizio nel 573 a.C. consistevano in gare ginniche, atletiche, equestri, musicali e poetiche. Per queste celebrazioni sportive la mitografia propone due possibili illustri fondatori: Adrasto di Argo, ai tempi della spedizione dei sette a Tebe; oppure Eracle, dopo l’uccisione del leone nemeo. Tale manifestazione divenne festa panellenica dal 573 a.C., e assunse grande affinità con le gare di Olimpia, ai vincitori veniva consegnata una corona di sedano selvatico (altro che i nostri atleti di oggi). Nella sua valle gli Spartani nel 394 a.C. sconfissero la coalizione di Tebe, Argo e Atene che li capeggiava. A Nemea viveva una terribile belva (Leone di Nemea o nemeo) che devastava la regione intorno all'omonimo santuario. Il leone di Nemea era una bestia ferocissima e invulnerabile. Eracle lo uccise serrandolo e quindi stritolandolo nella morsa delle sue potenti braccia. Quindi cercò di scuoiarlo, ma il ferro non intaccava le pelle della fiera, e per avere la pelliccia si servì degli artigli della belva stessa. Indossò poi quella pelle che lo rese invulnerabile a sua volta. Fu questa la prima delle 12 fatiche dell'eroe.

Spero che abbiate gradito.
Conoscere il passato, capire da dove veniamo e capire che razza di uomini ci hanno preceduto, ci spingerà senz'altro o ad immitarli od anche a superarli.
Ciao a tutti
sempre panos,sempre pi-greco

mercoledì 11 giugno 2008

Archeologia

Oggi ero nella sala d'attesa del mio dentista e così, sono stato costretto a sfogliare ed a leggere tutta la "Stampa". L'inserto TuttoScienze di solito viene by-passato. Invece, non farlo premia e come! Guardate cosa ho trovato. Un fantastico articolo del professor Aristide(un archeologo non poteva non avere un nome greco)MALNATI, dell'Università Cattolica Sacro Cuore di Milano.


Tratto da TuttoLibri - www.lastampa.it
LA STAMPA TuttoScienze MERCOLEDÌ 11 GIUGNO 2008


“Smaschero Omero con 16 lettere”
Una lunga indagine ricostruisce la storia perduta di un frammento di papiro egizio.Con microscopi e lessici informatici si è arrivati a una decifrazione “impossibile”: proviene da un canto dell’Iliade.
Un antico papiro, un minuscolo pezzo di carta ingiallita,a volte, può dare vita a un appassionante gioco enigmistico, stimolando le capacità logiche dell’antichista, che così si trasforma in un abile risolutore di enigmi del tutto simile a un detective della scientifica.
Sottoposto a un’analisi minuziosa, il microscopico frustolo rivela così una miniera
di informazioni e il suo esame è simile alla soluzione di un rebus. E’ questo il caso di un frammento grande come un francobollo:il manufatto (1,8 centimetri di larghezza e 3,7 di altezza) contiene 16 lettere dell’alfabeto greco antico
e per lungo tempo non volle rivelare i propri segreti: gli studiosi non erano
in grado di attribuire le labili tracce di scrittura a un passo preciso di un’opera nota a causa dell’esiguo numero di lettere.
La corretta lettura delle tracce della prima riga, invece,ha permesso di risalire a
una forma del verbo greco «agoreuo». Con l'uso di lessici e di moderni programmi
informatici si è scandagliato il «mare magnum» della letteratura greca e si è arrivati all’attribuzione, primo gradino della pubblicazione del testo:il frammento
contiene poche lettere del Canto V dell’«Iliade» di Omero, precisamente parte dei versi 218-221, che descrivono le gesta di Diomede durante l’assedio a Troia.
Con l’analisi della grafia si è poi potuto datare il momento in cui il reperto è stato scritto:sulla base della comparazione con scritti dalla grafia affine
già datati, il rotolo, a cui il nostro piccolo frammento apparteneva, è stato vergato nel II-III secolo d.C., quando l'Egitto era una provincia dell’Impero romano.

Tra storia e mito.

Il piccolo frammento venne trovato a Tebtynis (non distante dal Cairo) nel 1934, durante lo scavo ad opera della Regia Università di Milano. In un primo tempo fu conservato nella collezione dell’ateneo milanese e successivamente venne restituito al Museo Egizio del Cairo.
Le caratteristiche: 1,8 cm di larghezza e 3,7 cm di altezza Il contenuto:
16 lettere dell’alfabeto greco antico.
Il testo: un frammento del Canto V dell’«Iliade» di Omero (parte dei versi 218-221)
che descrive le gesta di Diomede durante l’assedio a Troia
L'"Iliade" è con l’«Odissea» il poema epico attribuito a Omero.
E’ composto di 24 canti, ognuno dei quali è indicato con una lettera dell’alfabeto
greco maiuscolo. Narra le vicende di un breve episodio della storia della guerra di Troia, quello dell’ira dell’eroe Achille, nell’ultimo dei 10 anni di guerra Nell’«Iliade» Diomede affronta in duello Enea.
Sta per ucciderlo, quando appare Afrodite a proteggere suo figlio. Diomede ferisce prima lei e poi Ares. Solo Apollo riesce a placarlo, con la famosa frase: «Tu, mortale, non tentare il confronto con gli dei!»






Non mi dite che non vi sia venuta la pelle d'oca perchè non vi crederò.
In attesa delle prossime uscite, un caro saluto da Panos.

domenica 8 giugno 2008

Agenda Italiana

Coincidenze?
Se si, sono davvero straordinarie.
QUANTI DI VOI SONO INFORMATI SU QUANTO VIENE RIPORTATO NELL'ARTICOLO CHE TROVO SCONVOLGENTE e che troverete sul link;

Mi rivolgo a tuttti gli uomini di buona volontà.
Facciamo almeno conoscere queste cose informando attraverso anche i nostri poveri mezzi artigianali.
Basterebbe fare girare il link dell'articolo.
Mi viene in mente Battiato e la sua "povera patria" che potete ascoltare e vedere il clip nella sezione del blog intitolata pigreco is on the air non cambiate canale.
Grazie a tutti.
Ciao da pigreco

Curiosità

Venerdì 6 Giugno,dovendo ingannare un attesa lunga ,ho potuto gustare la lettura de "LA STAMPA",compreso il supplemento Torino Sette.
Erano anni che non avevo questa possibilità di spazio e di tempo.Sfogliare e leggere il giornale è una cosa.Gustarlo è un altra!
Mentre le notizie che pubblica sono già, si può dire vecchiotte,dato che la TV, Internet e Teletext ci aggiornano in continuazione, LA LETTURA DEGLI ARTICOLI DI APPROFONDIMENTO scritti da signori giornalisti come lo sono quelli de "La Stampa",non potrà mai essere sostituita da surrogati.
Dunque, sulla prima pagina de "La Stampa" del 6 Giugno, Gramellini ha scritto il seguente articolo, intitolato:Precari da Favola
"Questa è la storia più avvincente del mondo. Dieci ricercatori italiani hanno realizzato un telescopio rivoluzionario che la Nasa manderà in orbita mercoledì prossimo da Cape Canaveral. A Houston lo chiamano Tiger Team, Squadra della Tigre: ragazze e ragazzi intorno ai 30 anni, laureati a Pisa in Fisica nucleare. Giovani, ottimisti, consapevoli di aver scelto un mestiere stupendo e di esportare la faccia sorridente dell’Italia. Il loro stipendio? 950 euro al mese. Questa è la storia più avvilente del mondo. Un mondo dove un fisico nucleare che realizza telescopi per la Nasa guadagna 950 euro al mese, mentre quel manager telefonico che parlava per frasi fatte confondendo Waterloo con Austerlitz ne prende cento volte tanto. Il problema contro cui si sta inchiodando il liberismo è che non collega il salario al talento e all’impegno del lavoratore, ma alla commerciabilità del prodotto. E’ giusto che i compensi li faccia il mercato. Ma in questo mercato senza regole prevalgono sempre le pulsioni più basse: sesso, calcio, tv, cellulari. Il fisico dei telescopi guadagna cento volte meno del manager dei telefonini o del centravanti della Nazionale perché voi e io usiamo i telefonini e guardiamo le partite della Nazionale, mentre dei telescopi non sappiamo che farcene. Il giorno in cui quegli aggeggi servissero a scovare petrolio nel sistema solare o a rintracciare terzini sperduti nelle galassie, immediatamente il loro valore di mercato si impennerebbe, trascinando al rialzo anche lo stipendio del Tiger Team. Torno a leggere le notizie di calciomercato sul telefonino, ma mi sento un verme".

Ora io ho fatto il seguente ragionamento e mi sono posto la seguente domanda:
queste persone straordinarie studiano o hanno studiato a L'Università' NORMALE di Pisa.
Se questa Università che si chiama NORMALE, forma geni del genere,nel caso si fosse chiamata, non so, mettiamo SPERIMENTALE,o SPECIALE, oppure PARTICOLARE,che genere di scienziati avrebbe prodotto?.

Riflettete gente riflettete.
Ciao da Panos-pigreco

domenica 1 giugno 2008

Politica Interna

Potrei dire,"ve l'avevamo detto" ma non lo dico.
Lascio che, chi legge, tragga le dovute conclusioni sulle conseguenze delle decisioni insensate di alcuni governi e sui danni causati dalla politica estera totalmente cieca e senza riguardi e rispetto per la storia, degli USA e dei loro "alleati".
Non possono riconoscere KOSOVO come stato indipendente e pretendere che ciò non costituisca un precedente.
TUTTO QUESTO AVVIENE PER IL SEMPLICE FATTO CHE GLI USA AGISCONO DA PADRONI ASSOLUTI DEL GLOBO E FANNO E DISFANNO SECONDO I LORO INTERESSI LEGATI AL PROGETTO SEGRETO RELATIVO AL MILLENNIO DI DOMINAZIONE PROGRAMMATA DA PERSONAGGI COME ROCKEFELLER ecc.. ecc.(mi sto documentando e pubblicherò qualcosa in futuro).
Ecco dunque il nostro "amico" Cossiga membro dichiarato della Gladio, cosa tira fuori.
Lascio a voi i commenti e le riflessioni.
Faccio soltanto notare che nessun giornale o telegiornale abbia dato spazio a questa notizia che io ho trovato nel sito Rinascita Balcanica

Il Senatore Francesco Cossiga, all’apertura della XVI legislatura il 29 aprile scorso, ha ripresentato il disegno di legge costituzionale riguardante il “Riconoscimento del diritto di autodeterminazione al Land Südtyrol - Provincia autonoma di Bolzano”. Una notizia che passa del tutto inosservata sui media italiani, ma che desta numerose preoccupazioni. L'ipotesi di un possibile ed imminente contraccolpo dell'effetto Kosovo sull'Italia è quanto meno immediato, se si considera l'indipendenza della provincia serba come un'espressione del principio di autoderterminazione dei popoli, sancito dalla Carta delle Nazioni Unite. Ci chiediamo, tuttavia, a questo punto se la proposta del Presidente Cossiga sia destinata a creare un nuovo Stato nel cuore dell'Europa per "pulire e riciclare denaro", o se sia una provocatoria manovra politica. In questo secondo caso, potremmo ipotizzare che i Senatori a vita italiani stiano tentando di porre dinanzi al Parlamento il problema dell'autodeterminazione del Sud Tirolo, subito dopo che l'Italia ha deciso di riconoscere l'indipendenza del Kosovo, ponendo il lecito dubbio se quella decisione sia stata o meno legittima. Qualora il progetto di legge sia rifiutato con una valida motivazione, avremmo uno dei primi casi in cui il principio utilizzato per l'indipendenza del Kosovo verrà rinnegato, con l'evidente dimostrazione che il Governo italiano ha utilizzato "due pesi per due misure". Si creerà pur sempre un precedente che potrebbe essere discusso in seno all'Assemblea ONU che si terrà il prossimo settembre, in cui la Serbia chiederà l'annullamento dell'independenza del Kosovo. Allo stesso tempo, un Parlamento che rifiuta l'indipendenza al Sud Tirolo dovrà a tutti i costi negare la stessa autonomia alla cosiddetta "Padania", che non costituisce, né adesso né mai "un'etnia" o un popolo con una storia a sé stante. Per cui, tale manovra potrebbe servire a fermare le mire espansionistiche della Lega Nord, rafforzata più che mai dall'esito delle elezioni. Nel caso in cui, invece, la proposta venga approvata, l' "effetto domino" sarà ancora più distruttivo perchè avremo uno dei primi anomali epidosi di secessione e magari di accorpamento allo Stato di Austria o di Germania. Le perplessità e le motivazioni di fondo di questo provvedimento sono davvero tante, e chiederemo dei pareri a degli esperti, per analizzare la complessità di questo caso".