lunedì 8 dicembre 2008

FINO A QUANDO?

Fino a quando la povera Grecia dovrà subire l'anarchia e le provocazioni di gente al soldo dei professionisti del caos, pagati addestrati ed inviati apposta per creare le condizioni di illegalità e di impunità per i loro loschi disegni?

Questa è la testimonianza di una persona normale che spiega quanto sta accadendo e che costituisce la risposta ai nostri perchè ed ai nostri come mai.
E' pubblicata su LA STAMPA del 8 Dicembre 2008.


"GIACOMO GALEAZZI
E’ stata una tragedia annunciata, sono mesi che gruppi di giovanissimi anarchici distruggono aule universitarie e mandano in frantumi vetrine di banche e negozi. Sabato notte nell’escalation di tensione, un poliziotto ha perso il controllo e ha sparato. Adesso è una catastrofe perché in strada sono scesi migliaia di figli di papà che sfruttano il pretesto per sfogare la loro violenza». Tra gli ateniesi travolti dalla «guerriglia urbana» c’è l’ingegnere Alexandros Tictopulos, fedele dell’archimandrita Nectario Moioli, parroco della chiesa greco-ortodossa di Sant’Ambrogio a Pavia. Un uomo d’estrazione moderata finito nel gorgo di una protesta giovanile.

La sua testimonianza nell’Atene «messa a ferro e fuoco» è gridata al telefonino, mentre «si susseguono senza esito le cariche della polizia». Cosa vede nelle strade di Atene? «Mi trovo in mezzo a un caos terribile, da guerra civile. I poliziotti devono affrontare le barricate. I ragazzi lanciano bombe molotov, pezzi di legno, lamiere, pietre. Hanno bruciato banche, macchine, locali. Ci sono fiamme e fumo ovunque, la polizia non riesce ad avvicinarsi ai focolai perché è bersagliata da tutti i lati. Frange di giovani con il volto coperto assaltano i centri commerciali armati di bastoni e spranghe. La gente è terrorizzata, resta chiusa in casa e sta dalla parte dei poliziotti. L’aria è irrespirabile perché i gruppi radicali hanno incendiato anche i bidoni dell’immondizia e gli agenti cercano di disperderli coi gas lacrimogeni. Molti svengono perché non si riesce a respirare».

Sono anarchici come il ragazzo ucciso? «No, questi che manifestano ora non sono balordi né disperati di periferia. Hanno tutt’altra estrazione, sono di buona famiglia, figli di miei colleghi ingegneri, di medici, di professionisti agiati. Le loro madri fanno shopping nei negozi che loro devastano. Sfruttano la tensione generale per azioni violente. E’ una furia selvaggia, senza colore politico. Appiccano incendi e spaccano tutto perché sentono che in mezzo ai disordini possono fare impunemente quello che vogliono. Per dieci che finiscono in manette, cento la fanno franca. Tirano molotov e si nascondono nei condomini. La polizia non riesce a venirne a capo perché non si tratta solo di cortei di estrema sinistra sfociati in scontri.

E’ un terreno indefinibile di violenza diffusa che trova linfa non tra gli emarginati ma tra giovani ricchi e fuori controllo». Perché la considera una catastrofe annunciata? «E’ da parecchio tempo che gli anarchici prendono di petto la polizia davanti alle scuole, nelle piazze, nei concerti. Mettono a soqquadro intere zone di Atene e c’è chi simpatizza per loro. Vivono ai margini della società ma trovano sponda in ambienti benestanti che se ne servono per creare disordini e mettere in difficoltà le forze dell’ordine. La quasi totalità dei cittadini invoca severità nelle strade, ma siamo tenuti in scacco da bande di delinquenti spalleggiati dai figli della buona borghesia. Non è una rivolta, bensì una una furiosa esplosione di rabbia che prende di mira supermercati, boutique, istituti di credito. Spargono macerie, fumo nero e carcasse di auto. Non sono rivendicazioni contro il governo o proteste di popolo per le conseguenze della crisi economica. E’ brutale e cieca violenza da Arancia meccanica. Tutti siamo sotto tiro».

Di chi è la colpa? «E' terribile che un ragazzo di 16 anni abbia perso la vita e va scoperto cosa è davvero successo nel quartiere Exarchia. Però a soffiare sul fuoco della protesta non sono i suoi amici anarchici. A scatenare l'inferno è quella "zona grigia" che non aspettava altro. Attendeva che ci scappasse il morto per trasformare Atene in un campo di battaglia. Non lo fanno per senso di giustizia o per vendicare un ragazzo ucciso. Scene simili non si erano mai viste e il pericolo è che d'ora in poi questi teppisti troveranno sempre un appiglio, una finta giustificazione per da sfogo alla violenza»."

1 commento:

brexians ha detto...

!!!
it was not exactly like that...
it was even far most worst